Musica italiana 2° puntata, Mia Martini
- Red in Italy
- 22 ago 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Guardando la pubblicità del film Il Talento Di Mr. Ripley, ho immaginato di partecipare a una festa italo-americana, o americana a tema italiano, ed essere invitata a cantare al Karaoke una canzone.
«Cantaci Tu Vuo Fa l’Americano!» mi incita qualcuno del pubblico.
Davanti a tale provocazione mi vedo alzarmi dalla sedia, sputare a terra in segno di spregio (non per Carosone, ben inteso), avviarmi alla postazione del dj e dirgli: «Fammi un po’ vedere cos’hai di decente.»
Dopo aver sfogliato l’intero catalogo delle canzoni, ne trovo una che vale la pena e che posso cantare.
Ecco il testo del brano da me scelto, intitolato Gli Uomini Non Cambiano:
Sono stata anch'io bambina Di mio padre innamorata Per lui sbaglio sempre e sono La sua figlia sgangherata Ho provato a conquistarlo E non ci sono mai riuscita E ho lottato per cambiarlo Ci vorrebbe un'altra vita. La pazienza delle donne incomincia a quell'età Quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità E ti perdi dentro a un cinema A sognare di andar via Con il primo che ti capita e che ti dice una bugia. Gli uomini non cambiano Prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola Gli uomini ti cambiano E tu piangi mille notti di perché Invece, gli uomini ti uccidono E con gli amici vanno a ridere di te.
Vi risparmio la seconda parte del testo perché è ancora più triste. Se non avete mai ascoltato la canzone (cosa possibile solo se siete davvero degli stranieri da pochi anni trasferitisi in Italia) dovete farlo per capire la sua forza espressiva.
Quando seguivo un corso di canto qualche anno fa, alle prove facevo un paio di brani di Mia Martini – questo e l’altro successo Solo Tu Nell’Universo – e a parte la soddisfazione di avere la voce giusta per cantare le sue canzoni, la cosa che più ricordo è l’onda anomala d’emozione che mi risaliva la nuca tanto quando cantavo che quando ascoltavo l’originale.
In altre parole, per chi non l’avesse capito, la voce di Mia Martini, per i fan e amici Mimì, era emozione pura.
Ricordo come da piccola rimanessi incantata dalle sue interpretazioni alla TV: erano gli anni ’80, anni in cui le donne del sud avevano pari dignità e forza delle donne africane degli anni ’70. Se quest’ultime però giocavano il loro fascino su un’eleganza sottile, le donne del sud degli anni 80 erano l’esatto opposto: si tingevano il volto in modo da farne risaltare i già marcati lineamenti, poi ti si piazzavano davanti per gridarti in viso tutti i colori del dolore, della vita, del loro mondo. Era shockante, per quanto questa parola non mi piaccia è la più adatta. Come dicevo Mia Martini m’incantava, ma allo stesso modo in cui lo fa un animale spiaccicato sulla strada quando lo vedi da bambino: il modo in cui lei mostrava le gengive superiori, con il labbro che si arricciava in modo innaturale, era qualcosa di osceno. Non so perché, ma ho notato che al sud è diffusa questa tendenza di arricciare il labbro, quasi in segno di sfida alla vita. L’ho visto sul volto di mio nonno, nelle foto del bisnonno, lo fa pure Phil Anselmo dall'altra parte del mondo (cantante di origini siciliane) e per me tanto basta per fare statistica.
Il dentro di queste donne, però, spesso era estremamente fragile, per questo si avvolgevano in quelle mascherate. Donne che in nessun modo, nonostante i tanti sforzi, riuscivano a uscire dal ruolo di oggetti che le loro madri avevano avuto e finivano, come Mimì, a rivendicare una parità che alla fine si traduceva in uno schiaffo. Quel tipo di donna che affonda nelle stesse storie d’amore e che a forza di mettersi all'angolo con le mani sulla testa finisce per prenderle anche dall'uomo che non aveva mai pensato di picchiare una donna – ricordate donne: non si passa davanti a un uomo pensando che possa aggredirti, come non si passa davanti a un cane pensando che possa morderti, altrimenti prima o poi farà sua quell’immagine.
Comunque Mia Martini è una grande interprete, i testi delle canzoni le venivano cuciti addosso e il risultato è emozionante. Se amate la musica rock e ascoltate Janis Joplin, sicuramente Mia Martini vi piacerà. Entrambe hanno cantato delle loro perenni sfortune in amore, ma lo hanno fatto in un modo che noi non possiamo dimenticarlo.



















Commenti