1° incontro
- Red in Italy
- 17 nov 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Lunedì 7 novembre ho avuto il primo incontro con gli stranieri che studiano italiano alla Caritas di Ancona. Era intitolato 1° incontro sulla cultura italiana, l’italiano emigrante.
Le domande che ci siamo posti sono:
-Era più facile o più difficile muoversi tra Stati una volta (tipo nel Medioevo)?
-Dove sono andati gli Italiani?
-Un contadino di inizio ‘800 come arrivava a pensare di andare negli Stati Uniti? Come siamo arrivati là?
-Perché si partiva (barriere all’uscita e all’entrata)?
-Perché non siamo partiti più?
Dopo una serie di foto che mostravano come vivevamo in Italia prima del boom economico, i lavori che andavamo a fare all’estero e le vignette razziste contro gli italiani, stampate dai giornali stranieri, ci siamo chiesti: perché chi ha sofferto così tanto odia gli stranieri?
A questa domanda la risposta è stata libera, loro hanno dato soprattutto la colpa alla crisi economica e ai problemi sociali portati da una parte dei migranti, io ho messo in luce i limiti del modello industriale, che cerca sempre manodopera a basso costo, lasciando alla società i costi di quella scelta.

Era la classe del livello zero, la meno preparata per una lezione del genere, ma su 13 partecipanti (se ricordo bene) una sola è andata via, cosa che ho consigliato di fare anche agli altri se non capivano. Sono rimasti tutti, anche se solo metà ha partecipato attivamente. L’altra credo sia rimasta per educazione, ma comunque ha seguito la parte fotografica. A ogni immagine si sentiva esclamare: “ma anche da noi” o frasi simili.
Tornando a casa, ancora emozionata, ho fatto questo pensiero: “Come puoi odiarli? È come odiare le foglie degli alberi.”
Vediamo come prosegue questo esperimento. Penso a quando dovrò dire le stesse cose agli americani: “gli italiani sono stati chiamati dai capitalisti dopo l’abolizione della schiavitù”. Mi linceranno? Pazienza, io devo fare i miei esperimenti.



















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