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Musica italiana 4° puntata, Lucio Dalla

  • Immagine del redattore: Red in Italy
    Red in Italy
  • 10 gen 2017
  • Tempo di lettura: 6 min

Il cielo la terra finisce e là comincia il cielo lo guardo e anche stasera fa pensare a te … il cielo vicino e lontano vedo sempre il cielo ricordo … ricordo … lo stesso colore in fondo agli occhi tuoi … si può volare oltre le nuvole ma sempre in alto tu vedrai il cielo, il cielo si perde il pensiero quando guardo il cielo ed ecco … ecco … ritorna il ricordo dolce che ho di te si può volare oltre le stelle ma sempre in alto in alto troverai … il cielo (…)

Così prosegue il testo della canzone intitolata Il Cielo di Lucio Dalla, un classico della canzone italiana. Chi conoscesse solo la vecchia musica leggera italiana, potrebbe pensare il musicista come un seguace di Domenico Modugno: grande voce, temi universali, leggerezza.

Lucio Dalla è questo, ma non solo. Proviamo con un altro brano, Quando Ero Soldato:

Quando ero soldato,

allora sì che era bella la vita

anche per me.

Quindici mesi senza i problemi di casa mia...

Quando ero soldato, beato me,

mangiavo e bevevo meglio di un re

senza pagare mai una lira di tasca mia...

E quelle ragazze...

le sole che poi

non ti chiedono un matrimonio...

Quando ero soldato,

che bell'età!

Scoppiavo di vita e di allegria...

Poi è finita, sono tornato a casa mia

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

(Complesso di colpa)

Portatemi via!!!!

(Complesso di colpa)

Portatemi via!!!

(Complesso di colpa)

Pensare che allora, quand'ero via,

soffrivo un poco di nostalgia!

Quand'ero soldato,

beato me,

la guerra non c'era, adesso c'è

L'han dichiarata, tutti d'accordo, contro di me!

Quand'ero soldato vivevo tranquillo,

ora son tanti a bombardare la vita mia!

Mi sa che questa canzone se non l’ascoltate, però, non ne potete cogliere il lato dissacrante. Leggete allora il testo di Disperato Erotico Stomp:

Ti hanno vista bere a una fontana

che non ero io...

Ti hanno vista spogliata la mattina,

birichina biricò.

Mentre con me non ti spogliavi neanche la notte,

ed eran botte, Dio, che botte

ti hanno visto alzare la sottana,

la sottana fino al pelo.

Che nero!

Poi mi hai detto "Poveretto,

il tuo sesso dallo al gabinetto",

te ne sei andata via con la tua amica,

quella alta, grande fica.

Tutte e due a far qualcosa di importante,

di unico e di grande.

Io sto sempre a casa, esco poco,

penso solo e sto in mutande.

Penso a delusioni, a grandi imprese

a una Tailandese...

Ma l'impresa eccezionale,

dammi retta, è essere normale.

Quindi, normalmente,

sono uscito dopo una settimana

non era tanto freddo, e normalmente

ho incontrato una puttana.

A parte il vestito, i capelli,

la pelliccia e lo stivale

aveva dei problemi anche seri

e non ragionava male.

Non so se hai presente una puttana

ottimista e di sinistra,

non abbiamo fatto niente,

ma son rimasto solo, solo come un deficiente.

Girando ancora un poco ho incontrato

uno che si era perduto,

gli ho detto che nel centro di Bologna

non si perde neanche un bambino

Mi guarda con la faccia un po' stravolta

e mi dice: "Sono di Berlino".

Berlino, ci son stato con Bonetti,

era un po’ triste e molto grande

Però mi sono rotto, torno a casa

e mi rimetterò in mutande.

Prima di salir le scale mi son fermato

a guardare una stella,

sono molto preoccupato,

il silenzio m'ingrossava la cappella.

Ho fatto le mie scale tre alla volta,

mi son steso sul divano,

ho chiuso un poco gli occhi,

e con dolcezza

è partita la mia mano.

Vi propongo ancora una canzone, per farvi entrare nella poetica di Dalla, che s’intitola 4/3/1943. Agli americani ricordo che sta per 4 marzo, non 3 aprile, ed è la data di nascita del cantante. Non si tratta di un testo autobiografico; il titolo fu scelto solo per aggirare la censura, visto che il titolo originale era GesùBambino e il testo parla di una ragazza che rimane incinta di un soldato alleato e chiama il figlio Gesù.

Dice che era un bell'uomo

e veniva, veniva dal mare...

parlava un'altra lingua...

però sapeva amare;

e quel giorno lui prese mia madre

sopra un bel prato..

l'ora più dolce

prima di essere ammazzato.

Così lei restò sola nella stanza,

la stanza sul porto,

con l'unico vestito

ogni giorno più corto,

e benché non sapesse il nome

e neppure il paese

mi riconobbe subito

proprio all'ultimo mese

Compiva sedici anni quel giorno

la mia mamma,

le strofe di taverna

le cantò a ninna nanna

e stringendomi al petto che sapeva

sapeva di mare

giocava alla Madonna

col bimbo da fasciare.

E forse fu per gioco,

o forse per amore

che mi volle chiamare

come nostro signore.

Della sua breve vita, il ricordo,

il ricordo più grosso

e' tutto in questo nome

che io mi porto addosso.

E ancora adesso mentre bestemmio

e bevo vino

per i ladri e le puttane

sono Gesù bambino.

Non vi dirò nulla di Lucio Dalla, perché lui è troppo grande e io troppo ignorante riguardo la sua opera. Per me, Dalla è la mia infanzia, le sue canzoni sottofondo della vita. Non saprei neanche spiegarvelo. Va letto come i classici della poesia.

Ecco il testo de L’Ultima Luna:

La 7°luna era quella del luna-park lo scimmione si aggirava dalla giostra al bar mentre l’angelo di Dio bestemmiava facendo sforzi di petto grandi muscoli e poca carne povero angelo benedetto.

La 6° luna era il cuore di un disgraziato che, maledetto il giorno che era nato, ma rideva sempre da anni non vedeva le lenzuola con le mani sporche di carbone toccava il culo a una signora e rideva e toccava sembrava lui il padrone.

La 5° luna fece paura a tutti era la testa di un signore che con la morte vicino giocava a biliardino era grande ed elegante né giovane né vecchio forse malato sicuramente era malato perché perdeva sangue da un orecchio.

La 4° luna era una fila di prigionieri che camminando seguivano le rotaie del treno avevano i piedi insanguinati e le mani senza guanti ma non preoccupatevi il cielo è sereno oggi non ce ne sono più tanti.

La 3° luna uscirono tutti per guardarla era così grande che più di uno pensò al Padre Eterno sospesero i giochi e si spensero le luci cominciò l’inferno la gente corse a casa perché per quella notte ritornò l’inverno.

La 2° luna portò la disperazione tra gli zingari qualcuno addirittura si amputò un dito andarono in banca a fare qualche operazione ma che confusione la maggior parte prese cani e figli e corse alla stazione.

L’ultima luna la vide solo un bimbo appena nato, aveva occhi tondi e neri e fondi e non piangeva con grandi ali prese la luna tra le mani e volò via e volò via era l’uomo di domani, l’uomo di domani.

Leggiamone ancora una, così capirete che lavaggio del cervello ha dovuto subire la mia generazione per dimenticare questi autori, con cui è stata svezzata, e accettare testi di cantanti inglesi che ripetevano “I need you, I’m high, let’s have good time”

Prendiamo il suo brano più classico: Caro Amico Ti scrivo. Il vero titolo è L’Anno Che Verrà, ma tutti lo ricordano grazie alla prima strofa

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera compreso quando è festa e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l'amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest'anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io. L'anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità

Cercatene altre, leggetele, ascoltatele, capitale: Piazza Grande, Futura, Caruso.

Lucio Dalla era brutto, peloso sul corpo e con il parrucchino in testa, veniva paragonato a uno scimmione, era basso, con gli occhiali, omosessuale, pieno di talento, visionario, poetico. Così ci piacevano le star della musica in Italia, prima dei talent show e di MTV.

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